Voto Totale
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Comfort di calzata
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Stabilità e precisione
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Impermeabilità
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Traspirabilità
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Trazione e aderenza
In sintesi
Una scarpa da trekking semirigida, con una struttura protettiva completa, utile anche per escursionismo da esperti ma che predilige il comfort e la protezione del piede e della caviglia agli aspetti più tecnici. Buone performance in termini di appoggio e di calzabilità, concede al piede un certo agio che si trasforma in comodità nelle lunghe camminate. La Millet G Trek 5 funziona al meglio in caso di trekking e ferrata mentre cede qualcosa quando ci si sposta su terreni alpinistici.
Pro
- Protezione della caviglia
- Comfort generale e benessere del piede
- Protezione laterale grazie a fasce di gomma
- Aderenza
- Ramponabilità
Contro
- Supporto in appoggio tecnico limitato
- Impermeabilità limitata con neve molto bagnata
La Millet è un’azienda storica di origine Francese ed è da sempre sinonimo di alpinismo e di escursionismo tecnico: fondata negli anni ’20 in cui l’alpinismo muoveva i primi passi, si è focalizzata inizialmente sulla produzione di zaini per poi estendersi a tutti i prodotti di abbigliamento e calzature per lo sport in montagna. La scarpa G TREK 5 Gore-Tex è disegnata per i trekking più lunghi e le salite estive, assume una sembianza da scarpone alpinistico ma non deve trarre in inganno in quanto il suo focus è l’escursionismo, in parte anche avanzato.
La suola Vibram® Nanga Litebase è stabile e resistente per affrontare i terreni più impegnativi. La scarpa è semirigida, può essere dotata di ramponi semiautomatici ed è molto piacevole la tomaia in pelle nabuk italiana a cui è associata una membrana Gore-Tex impermeabile. Eccellente il supporto intorno alla caviglia e buona l’imbottitura, all’insegna della comodità per le lunghe escursioni.
Caratteristiche tecniche della Millet G Trek 5

- Scarpa da escursionismo in pelle nabuk
- Suola Vibram® Nanga Litebase
- Sottopiede con assorbimento degli urti in EVA a doppia densità
- Soletta Top Comfort anatomica
- Protezione dei bordi in gomma
- Membrana Gore-Tex
- Compatibile con ramponi semiautomatici
- Peso, 430g. 1 scarpa misura 43
- Link al produttore
Modalità di test

Ho utilizzato la Millet G Trek 5 in situazioni di escursionismo, ferrata, escursionismo avanzato spingendo la scarpa oltre la sua zona di applicazione più consona proprio per testarne il limite.
Le escursioni più degne di nota sono state nelle orobie al Cimone della Bagozza per canali innevati e in avvicinamento al Pinnacolo di Maslana, un percorso escursionistico da a Zermatt a StafelAlp e Furi, e la salita al Rifugio Monzino in valle d’Aosta per la ferrata Franco Garda.
Date le alte temperature degli ultimi mesi non ho avuto bisogno di indossare i ramponi nei tratti nevosi ma li ho provati a secco, rimanendo quindi soddisfatto della tenuta delle suole su canali di neve.
Come ripeterò varie volte in questa review, la scarpa la giudico prima di tutto comoda e solo parzialmente tecnica. Il che deve a mio avviso far propendere per una scelta che richieda prima di tutto la comodità e la protezione su terreni escursionistici anche avanzati ma non alpinistici.
La prova sul campo della Millet G Trek 5
Come si presenta

Il set di colori scuri, i materiali e le finiture scelte conferiscono alla Millet G Trek 5 un look tecnico, soprattutto per via del bel fascione protettivo in gomma che ricopre bene il puntale ed i fianchi. Posteriormente è stata inserita a totale protezione del tallone una fascia in plastica rinforzata, utile anche sulle pietraie.

La scarpa copre ben oltre il malleolo e devo dire che la protezione ha fatto il suo lavoro durante le escursioni più impegnative contenendo la caviglia in quei passaggi dove, per troppa confidenza o disattenzione, era pronta a cedere.
Piacevole il tessuto tramato che avvolge la caviglia con all’interno una imbottitura morbida e felpata. L’unico appunto su questa zona della scarpa è dato dal fatto che anche se si stringe al massimo l’allacciatura della parte poi dopo un paio di decine di minuti la zona si allenta un po’, andando ad allentare la pressione attorno alla tibia. Questo concede comunque un ottimo controllo e comfort in fase di camminata, mentre fa sì che si perdano le caratteristiche delle scarpe alte quando si cerca un appoggio più tecnico.
La scarpa da sotto

La suola è semirigida ed è una Vibram Litebase, una tecnologia innovativa progettata dal team R&D Vibram con il supporto di atleti di prim’ordine. La leggerezza è fondamentale per risparmiare energia e migliorare le prestazioni: Vibram Litebase riduce del 30% il peso complessivo della suola attraverso una riduzione dello spessore della suola stessa del 50%, mantenendo la qualità Vibram in termini di aderenza, trazione e durata. Nelle camminate su fondi sdrucciolevoli c’è sempre stata una buona performance; un po’ meno in situazione di ghiaia sottile e sentiero ripido, ritrovate su alcune jeppabili sopra Zermatt.
La climbing zone anteriore non è molto pronunciata, a conferma che la Millet G Trek 5 non va considerata una scarpa da grandi prestazioni tecniche, ma si distribuisce tutto attorno al puntale ed inoltre l’azione di punta è molto ben supportata dalla struttura protettiva superiore. Ho trovato facile appoggiare le scarpe in buchi e fessure senza che le dita subissero alcuni stress.
In fase di appoggio e di tenuta

Rimanendo sulla parte anteriore della scarpa ho verificato che l’appoggio sulle punte potesse offrire quella performance utile per le situazioni da ferrata, dove capita di variare il percorso da appoggi naturali ad artificiali. La gomma ottiene la giusta aderenza e la struttura in generale si conferma semirigida. Quindi, quando serve contare molto sull’appoggio di punta, serve mettere in conto che la scarpa inizi a piegarsi, riducendo in parte il sostegno che viene a meno se ci troviamo in una situazione di forte verticalità.

La tenuta laterale, messa sotto stress in vari passaggi dove quasi tutto il peso verteva su una gamba, ha dimostrato di non far scivolare la scarpa ma la struttura in generale ha ceduto un po’, portando anche qui la scarpa in una situazione di sostegno limite.

Ho provato la Millet G Trek 5 in aderenza su sassi lisci, di granito, con una pendenza sufficientemente sostenuta. In situazione di asciutto la scarpa non si è mossa, i passi si sono susseguiti senza problemi. In generale ritengo quindi soddisfacente la sensazione fornita dalla suola che permette di fare quello che serve in passaggi tecnici occasionali, privilegiando il comfort della semirigidità e della buona ammortizzazione.
In azione sul misto

Con l’obiettivo di testare la scarpa in una situazione un po’ oltre il suo utilizzo canonico del trekking, ho risalito canali e percorso crestine. Ho avuto una buona sensazione favorita da un prodotto leggero, una suola dal buon grip che non mi ha portato ad utilizzare i ramponi, ed una forma anteriore un po’ a punta con la buona protezione data dai fascioni.

In queste tipiche situazioni di escursionismo avanzato o di alpinismo facile la scarpa ha supportato il peso ed i passi senza affaticare piedi e caviglie e mi ha permesso di ricercare il mio percorso seguendo le linee naturali della montagna.
La ramponabilità

Causa la tarda primavera molto calda, le uscite sulla neve sono state limitate e non ho avuto la necessità di indossare i ramponi. Ho fatto però delle prove a secco che per quello che si cerca su una scarpa di questo tipo, certamente non l’appoggio in punta di ramponi su passaggi tecnici ma bensì l’alloggiamento della scarpa nel rampone, le ritengo sufficienti.

Ho potuto osservare quindi il buon alloggiamento per i ramponi semiautomatici, leggeri e validi per le situazioni legate all’imprevisto. Lo stesso per ramponi più strutturati con chiusura classica e antizoccolo, più idonei per camminate in quota e su ghiacciai dove il rampone lo si tiene calzato per varie ore.
Impermeabilità

Come ogni scarpa con queste caratteristiche, la pelle Nabuk è deputata a repellere l’acqua data dalla rugiada o dalla neve, la membrana in Gore-Tex serve per mantenere il piede asciutto. La pelle è di buona qualità, e conferisce alla scarpa innanzitutto un comfort apprezzabile. La rugiada mattutina delle prime uscite non ha intaccato lo strato di impermeabilizzante.

Situazione differente dopo qualche ora con i piedi sui nevai bagnati, in cui la pelle ha iniziato ad assorbire acqua fino a bagnarsi al di sopra della zona di gomma e un po’ su tutta la tomaia. A fine di una giornata dove ho “pestato” molta neve ho iniziato a sentire umidità nei piedi e togliendo le scarpe ho osservato le calze bagnate.

Cosa un po’ rara, ho sentito il bisogno di farle asciugare e poco dopo sono ripartito. Conoscendo la qualità del prodotto, che non avrebbe dovuto a mio avviso portare a questa situazione, ci ho tenuto a segnalare l’anomalia al produttore Millet. Il quale, ipotizzando un difetto di fabbricazione, molto correttamente si è premurato di mandarmi un paio di scarpe nuove e di ritirare quelle che avevo usato fino a quel momento.

Consigliate per

La Millet G Trek 5 Gtx è una scarpa che permette di fare avvicinamenti lunghi e trekking a pieno carico, ma poi metterei uno stop quando il percorso entra nell’alpinismo di qualche ora o di difficoltà dal classico in su.
Insomma, una scarpa consigliata per escursioni di più giorni, anche su terreni accidentati e lunghe pietraie in quanto offre una protezione completa del piede e della caviglia. Utile per vie ferrate anche con passaggi su roccia. Ben ramponabile per quanto non da considerare per l’alta quota.
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2 risposte
Buongiorno. Ho trovato molto interessante ed esaustiva la recensione. Ho acquistato di recente G TREK 4 e trovo anche per loro la stessa caratteristica da Lei evidenziata per le 5, per l’appoggio in punta. La misura della scarpa è giusta (piede cm.27 ho preso la taglia per cm.28).E’ forse per la climbing zone piuttosto pronunciata? Per il resto confermo una grande comodità. Le rinnovo i miei complimenti.
Ciao Antonio, grazie per il feedback! Confermo anche da parte mia, dopo u certo utilizzo, che è una bella scarpa. La climbing zone è un po’ un ibrido fra una vera climbing zone ed una suola con qualche scolpitura, quindi non mi pare eccessiva: nel dubbio io preferisco un mezzo centrimetro a favore che in meno 🙂 Ciao, buone escursioni.