Voto Totale
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Comfort
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Protezione e sostegno
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Trazione e aderenza
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Performance su neve/ghiaccio
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Termicita
In sintesi
Scarponi invernali caratterizzati da un design innovativo e dal peso ridotto. Il buon isolamento termico e la comodità di calzata, grazie anche alla buona rullata e alla suola semi-rigida, li rendono indicati per alpinismo invernale ed escursionismo evoluto su neve.
La suola consente di montare ramponi semi-automatici, rendendo lo scarpone adatto ad itinerari alpinistici su difficoltà classiche. Calzata ottimale per piedi medio-magri.
Pro
- Calzata fasciante e precisa
- Snodo della caviglia
- Flex azzeccato della suola
- Leggerezza
- Termicità
Contro
- Trazione della suola migliorabile su neve dura
Premessa
Gli scarponi Garmont Tower 2.0 Extreme GTX fanno parte di quella nuova generazione di calzature tecniche caratterizzate da peso contenuto e materiali innovativi. In questo caso l’obiettivo principale è stato quello di sviluppare una scarpa termica che consentisse di praticare alpinismo invernale senza essere penalizzati in termini di peso o di comodità.

Caratteristiche tecniche dei Garmont Tower 2.0 Extreme
- Peso: 779 gr (misura 45)
- Collarino elasticizzato intorno alla caviglia ed integrato con la ghetta;
- Puntale e fascione protettivo;
- Ammortizzazione con tecnologia Double Damper e sottopiede X-Lite FrameFlex, in nylon e fibra di vetro, con camere d’aria per ridurre il peso e migliorare l’isolamento termico;
- Membrana Insulated Comfort, la variante più termica e impermeabile di Gore-Tex;
- Plantare termico in microfibra con strato in alluminio per un maggiore isolamento;
- Suola Vibram Apex
- Link al produttore
Il peso ridotto è la cosa che colpisce subito quando si estrae lo scarpone dalla scatola: appena 779 gr nella misura 45. Siamo allo stesso peso di un riferimento come la Ribelle OD di Scarpa, che nella stessa misura pesa 770 gr.

Per il resto, si nota una dotazione tecnica di alto livello, che ha dimostrato la sua efficacia durante il test sul campo.
Modalità di test
Quando ho scelto questi scarponi l’ho fatto sostanzialmente per due utilizzi:
- Alpinismo invernale su canali e itinerari di misto
- Alpinismo estivo in alta quota

Ho avuto modo di testarli per alpinismo invernale a quote medie, con una salita di un canale di misto (800 mt D+, temperatura -5°) e una salita su cresta nevosa con lungo avvicinamento (1.200 mt D+, temperatura sui 0°) e una escursione con ciaspole (600 mt D+, temperatura -10°, con sosta prolungata). Inoltre li ho usati per una salita alpinistica a fine ottobre in zona Stelvio, a 3.400 mt di quota su ghiacciaio, con temperature sui -7 / -5°.
La prova sul campo dei Garmont Tower 2.0 Extreme
Camminata
Il test più significativo degli scarponi Garmont Tower 2.0 Extreme è stato in occasione di una lunga salita in cui ho alternato sentiero (misto neve e sassi) e ascesa su neve compatta e brevi tratti di misto.
La sensazione di comodità – già evidente dalla prima calzata – è stata confermata in particolare dall’uso sul sentiero. Solitamente le calzature da alpinismo fanno soffrire i piedi quando si affrontano lunghi avvicinamenti. Con i Garmont Tower 2.0 Extreme non ho avuto questo problema. La ragione sta sicuramente nella forma della tomaia, che avvolge bene il piede senza punti vuoti o di particolare compressione.

Ma una parte importante del merito è da imputare alla semi-rigidità della suola, che ha un flex moderato (circa 15 gradi di flessione) ma comunque utile ad agevolare la rullata del piede.
Discreta anche l’ammortizzazione, che consente di affrontare discese veloci senza sacrificare i piedi.
Suola e utilizzo con ramponi
Inizialmente la leggera flessibilità della suola mi ha impensierito pensando a possibili svantaggi nell’utilizzo con i ramponi semi-automatici. Tuttavia la scarpa, una volta ramponata, risulta rigida e il piccolo flex della suola, così apprezzato durante la camminata, non si percepisce e non compromette l’utilizzo con i ramponi.

Sul ripido e con i ramponi la sensazione di stabilità è ottima, ma anche in discesa su sentiero misto roccia e neve reggono andature molto sostenute, al limite della corsa. Il tutto senza martoriare i piedi come accadrebbe con altri scarponi da alpinismo più tradizionale.
La suola Vibram, in colorazione decisamente originale, ha un battistrada che garantisce una discreta presa sulla neve umida e sulla roccia anche bagnata. Mi è sembrata invece meno efficace sulla neve compatta e dura, dove soprattutto in salita la trazione ha qualche incertezza. Forse un tallone un poco più accentuato non avrebbe fatto male.

Caviglia e allacciatura
L’altra sorpresa positiva, che influisce sul comfort e sulla precisione della scarpa, è la tomaia avvolgente, in particolare nella zona del collo del piede. La caviglia poi risulta sempre ben vincolata, senza sensazioni di vuoto o di sfregamento contro la linguetta che a volte si avvertono con scarponi dalla costruzione più tradizionale.

La mobilità della caviglia è ottima, anche quando si devono usare i ramponi di traverso o quando il piede si “torce” per assecondare le asperità del terreno. La sensazione, non solo per la leggerezza, è di avere ai piedi delle pedule ben più agili di uno scarpone da alpinismo.
L’allacciatura è tradizionale ma efficace, con l’asola di bloccaggio che permette di regolare separatamente la zona del collo da quella del dorso del piede.

Ben fatta e funzionale la ghetta antineve elasticizzata e incorporata al collarino della caviglia.

Isolamento termico e impermeabilità
Nonostante la leggerezza complessiva, la membrana e il sottopiede isolante fanno il loro lavoro. Calzati in occasione di una ciaspolata su neve profonda e con temperature intorno ai -10 non ho mai avuto sensazione di freddo ai piedi, nonostante una sosta di circa 1 ora per un’esercitazione di ricerca in valanga. Lo stesso durante una salita su ghiacciaio a fine ottobre.

La mia impressione è che come tenuta termica siano un compromesso tra scarponi da cascata (avevo un paio di vecchi La Sportiva Trango Prime) e gli scarponi da alpinismo classico 3 stagioni.

Test impermeabilità passato senza problemi, dopo immersione delle scarpe per circa 30 secondi in ruscello.
Calzata dei Garmont Tower 2.0
Come ho già detto, uno dei punti di forza dei Garmont Tower 2.0 Extreme è la sensazione di avvolgimento del piede, senza che vi siano punti di compressione fastidiosi. La tomaia e sopratutto il collarino che cinge la caviglia sono piacevolmente morbidi ed aderenti.
Io, che ho il piede piuttosto magro e a pianta stretta (ma con il collo alto), mi sono trovato bene con la forma dei Garmont e li ho presi dello stesso numero delle mie scarpe da passeggio. Per chi fosse abituato ad usare calze particolarmente spesse può essere consigliabile mezzo numero in più.
Consigliati per
Questi scarponi, figli di una progettazione improntata alla filosofia “fast and light” oggi tanto di moda, sono perfetti per chi ricerca risparmio sul peso senza rinunciare a comodità o prestazioni tecniche.

Li consiglierei per alpinismo invernale su difficoltà classiche (canaloni, misto non estremo), ma anche per escursionismo evoluto su terreno innevato, dove oltre alle ciaspole ci si porta dietro i ramponi per affrontare tratti ripidi o ghiacciati.
Certo, il prezzo non è proprio accessibile, ma a mio avviso giustificato dagli ottimi contenuti tecnici della scarpa.
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5 risposte
Buondi
scarpone comodissimo
appena comprato e subito messo all’opera in una escursione di nove ore su neve fresca una trentina di cm (no ramponi) 16 km 1260D+
e a meno 10° in vetta.
Tornato in macchina visto che non guidavo li ho tenuti ai piedi.
Li consiglio vivamente…..
Adesso mi rimane provarli con i ramponi.
Un dubbio forse l’usura nel tempo.
Scarpa fantastica e per comodità e tecnicità !!!! Consiglio vivamente!!!
Grazie per l’ottima recensione, ho acquistato questo scarpone online (misura 45 e 46).
È il mio primo scarpone alto e, purtroppo, non trovandolo in negozio, ho qualche dubbio da primo acquisto.
Camminando (l’ho provata in piano) si forma una piega nella scarpa, quasi sopra l’inizio delle dita. Questa piega mi poggia sul piede, per cui non vorrei diventasse un problema in montagna, non capisco se è normale o se le garmont e il mio piede non vanno d’accordo 😅
Altro “problema” è che, sempre camminando in piano, il tallone si alza se non allaccio la scarpa molto molto stretta e, solo con il piede sinistro, ho la sensazione che il tallone poggi leggermente verso l’inizio del bordo.
Sono sensazioni comuni?
Ciao Davide,
non è facile dare giudizi sulla calzata, essendo questa molto soggettiva.
Tuttavia vi sono alcuni indizi che mi fanno pensare che tu possa aver preso una misura troppo ampia. La piega all’inizio delle dita è normale, ma trattandosi di una scarpone con la suola semi-rigida, non dovrebbe essere troppo accentuata da essere percepibile (pressione sulla zona di “piega”). Se così è potrebbe essere un numero troppo grande. Stessa cosa per il tallone che si alza.
Considera che questi scarponi dovrebbero vestire lo stesso numero delle scarpe da “passeggio”.
Purtroppo ho avuto le stesse sensazioni, con relative maxi vesciche. Molto deluso,sono belli, alti e caldi ma dovranno rimanere nella scatola