Voto Totale
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Tenuta laterale
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Aderenza
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Sensibilità e precisione
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Comfort
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Facilità di calzata
In sintesi
Ottima scarpetta da grandi performance, dedicata soprattutto ad arrampicatori forti e tecnicamente preparati.
Pro
- Sensibilità e adattabilità ad ogni situazione
- Comfort
- Assenza di cedimento della struttura della scarpetta
- Punta pensata per gli agganci
Contro
- Poco supporto sulle tacche per gli arrampicatori pesanti
- Tallone non molto aderente al piede
Ero più giovane quando comparve il marchio spagnolo Tenaya, nel 1997! Ricordo ancora la foto di Josune Bereciartu, una delle prime testimonial di Tenaya, e prima donna al mondo ad aver salito un 9a, intanto che strizzava le tacche sulla dura lunghezza di 8b+ in Gastlosen, sulla via “Yeah Men”. E ricordo che ai piedi aveva le Tenaya Aqua, tutt’oggi in catalogo.
Mentre per coloro che volevano provare qualcosa di simile alle Five Ten Anasazi, quelle color vinaccia, tanto per intenderci, le Tenaya Masai erano la scelta giusta, rigide e precise quanto basta, anche loro ancora in catalogo.
Dunque un marchio non proprio nuovo, ma che forse ha cominciato la sua seconda vita da quando le sue scarpette hanno iniziato ad apparire ai piedi di arrampicatori del calibro di Alex Megos e, ancor prima, di Ramon Julian “Ramonet”, famosissimi atleti di coppa del mondo. E, più recentemente, di Chris Sharma e Jimmy Webb, per citarne solo due, famosissimi professionisti della roccia, sia con la corda che senza.
Ed ora, con queste scarpette Tenaya Mastia, uscite sul mercato agli inizi del 2020, Tenaya arricchisce la sua linea più “prestigiosa”, la Aerial Plus. Linea a cui appartengono, appunto, le mitiche “Oasi”, la scarpetta con cui Tenaya ha fatto, secondo me, il grande salto.
Andiamo a vedere come sono fatte!
Caratteristiche costruttive delle scarpette Tenaya Mastia
Le scarpette Tenaya Mastia sono aggressive e non per tutti, lo dico subito, ma riescono a sorprendere.
Sono asimmetriche. Per rendere bene l’idea, in una scala di ipotetica asimmetria da 0 a 2 direi 1, e, soprattutto, hanno un camber molto elevato, con la punta fortemente arcuata verso il basso, direi 2 su 2.
Sono scarpette con chiusura ad un velcro, e con una linguetta che assomiglia ad una calza, ma che di fatto non lo è: solamente quando si chiude il velcro, questa linguetta va ad aderire al piede perfettamente, ed in maniera confortevole.
Sulla parte superiore della punta è presente una fascia gommata che permette di migliorare di gran lunga l’utilizzo della scarpetta negli agganci di punta.

Girando le scarpette Tenaya Mastia sottosopra, si nota subito la presenza di sola mezza suola: la Mastia è una scarpetta, nel gergo anglosassone, “split sole”, sulla quale la suola di gomma è presente solo su metà della scarpa.
Nello specifico, la gomma è una Vibram XGrip da 3.5 mm di spessore, la più morbida in casa Vibram. Tra la mezza suola ed il tallone, vi è una parte in gomma estremamente flessibile e reattiva. E’ presente una intersuola, ma anche in questo caso molto sottile e pressoché impercettibile.
Nel complesso, tra la tipologia di gomma usata, l’intersuola, e la soluzione costruttiva “split sole”, questa scarpetta è molto morbida tra avampiede e tallone, e morbida in punta. Ciò nonostante, forse grazie anche a ciò che in casa Tenaya chiamano “SXR Dynamics” e che, da quel che ho capito, dovrebbe permettere ai bordi della scarpa di lavorare al meglio con la suola una volta indossata, la Mastia è un guanto aderente senza nessun tipo di sbordamento laterale né in punta.

Il tallone è la vera novità in casa Tenaya. E’ infatti realizzato in un solo pezzo, modellato termicamente, soluzione questa che comincia ad essere presente su alcune scarpette aggressive, come le Skwama di La Sportiva o le Shark II di Mad Rock.
Inoltre gode di una particolare tecnologia costruttiva, “friction lock”, che migliora l’adattabilità del tallone durante le tallonate in termini di volume e pressione esercitata
La scarpetta è realizzata in materiale sintetico, piacevole al tatto, ed è pensata per piedi di volume medio-grande; in tal senso, rispetto alle altre Tenaya della linea Aerial Plus, calza leggermente più largo. Due colorate e robustissime asole permettono la calzata della scarpetta.
Nell’insieme, la costruzione delle Mastia è ottima e di alto livello; il peso è di 490 grammi al paio per la taglia 40.
La Tenaya Mastia in dettaglio

Il velcro di chiusura delle scarpette Tenaya Mastia è robusto e permette di scegliere anche l’angolo di chiusura, per poter bloccare meglio il piede all’interno della scarpa.

La Mastia è una scarpa morbida! Con un piccolo sforzo è possibile piegare la sua parte “più rigida”…

…mentre la parte centrale è morbidissima, flessibile e molto reattiva. Questo permette all’avampiede di potersi sempre posizionare al meglio senza alcuno sforzo.

La curvatura della punta verso il basso è molto accentuata

La parte superiore della punta è gommata da metà circa del lato interno sino al centro, in diagonale; questo accorgimento permette di non appesantire troppo la scarpetta e di non irrigidirla a scapito della sua morbidezza

La generosa, comoda e ben realizzata linguetta che funge in parte anche da calza. Si notino anche le belle asole colorate

Il tallone, realizzato in un solo pezzo, con modellazione termica, e tecnologia friction lock
Prestazioni su roccia
Ed eccoci sul campo, o meglio, sulla roccia, a testare le peculiarità di questa scarpetta! Comincio subito con importanti informazioni relative al sizing.
Il mio piede è 42/42.5, e questa Mastia l’ho presa numero 40, rispettando la tradizione Tenaya che dice di prendere le sue scarpette almeno 2 numeri meno. Ma, a differenza di altri marchi per i quali 2 numeri meno può significare sofferenza, specie se il materiale è pelle, le Tenaya da sempre sono conosciute come scarpe comode, e queste non fanno eccezione, anzi.
Rispetto ad altre Tenaya, le ho trovate ancor più comode. Per tale motivo, provatele e valutate se acquistarle anche di 3 numeri in meno.

Come ho detto prima, le scarpette Tenaya Mastia sono aggressive e da alte prestazioni, ma riescono a stupire.
Innanzi tutto, come dicevo, sono comode! La calzata è tra le più semplici che abbia mai trovato, grazie alla generosa dimensione del collare della scarpetta. Le due asolone colorate poi coadiuvano a far scivolare in un istante il piede nella scarpetta.
La chiusura del velcro è molto potente e permette anche la regolazione dell’angolo di chiusura. L’accentuato camber, l’asimmetria e la morbidezza generale della scarpetta la fanno risultare assai sensibile, donando quella sensazione di poter percepire le minime asperità della roccia. Ma, e ancora stupisce, riesce ad essere anche sufficientemente precisa in punta, con una accennata rigidità e sostegno, limitati alla sola punta, che permettono di stare bene anche sulle piccole tacche nette.
Tuttavia durante una breve puntata su una via facile e di media lunghezza, ho di tanto in tanto sentito la mancanza di un po’ più di sostegno, ma nei tratti più difficili ho apprezzato la capacità della scarpetta di stare dove gli dicevo io, e della velocità con cui l’ho tolta e messa alle soste.
Il tallone è buono e molto sensibile, ma è la parte che mi ha entusiasmato di meno. Sarà per la generosa dimensione del collare, per il numero di scarpa “comodo” da me scelto, o forse per la tipologia di gomma usata per la parte centrale della scarpa, per nulla rigida, ma durante qualche tallonata severa sono riuscito a far scivolare un po’ il tallone del mio piede all’interno della scarpetta, con quella sensazione di avere una parte di scarpa “fuori”. E’ probabile che con una taglia più piccola, mezzo od un numero in meno, questo piccolo inconveniente scompaia.
La mobilità dell’avampiede è eccezionale, ed è possibile posizionare la scarpa dove si vuole; questa caratteristica esalta la votazione di questa scarpetta agli spalmi ed alle puntate su placca strapiombante, oltre che ai posizionamenti fantasiosi sui tondi, svasi e sugli strapiombi.
Sulla roccia del Mont Carogne, a Verrès, ho apprezzato moltissimo la capacità della Mastia di “copiare” le onde ed i buchi poco accentuati presenti su molte lunghezze, rendendo la sua punta plasmabile a piacimento.
L’aderenza della gomma fornita dalla Mastia, dotata di Vibram XGrip2, è risultata buona; tuttavia, mio parere personale, io sulla roccia preferisco la suola XEdge, un po’ più rigida ma con maggior grip, mentre la XGrip2 la preferisco indoor.

Le scarpette Tenaya Mastia in azione sulla ruvida roccia metamorfica di Cogne nella falesia Gerard; grande controllo e sensibilità.

Sempre a Cogne, molto efficace su placche stapiombanti, ad arpionare gli appigli per i piedi.

Lo spalmo è una delle prerogative delle scarpette Tenaya Mastia

Talloni bassi e punta modellata sulla roccia ad onde di “Carogne”, al Mont Carogne (Verrès) per sfruttare al meglio le doti della Mastia

Ancora spalmi ed un buon tallone al Mont Carogne, su “Vol au vent”
Conclusioni
La Mastia si è rivelata una scarpetta aggressiva e votata alle altissime prestazioni, sia outdoor che indoor; ma non è una scarpetta per tutti e non è da considerarsi una all-rounder.
E’, a dispetto del suo uso di destinazione, molto comoda.
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