Voto Totale
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Protezione
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Trazione
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Ammortizzazione
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Reattività
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Stabilità
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Comfort
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Peso
In sintesi
Una scarpa stabile, resistente e protettiva adatta per medie/lunghe distanze che non teme percorsi tecnici accidentati e rocciosi. Ottimo il grip della suola Continental su tutte le superfici, ammortizzazione media e suola rockerata offrono una transizione sicura dell’appoggio anche su terreno tecnico. Da migliorare il comfort della zona attorno alla caviglia.
Pro
- Durevolezza
- Protezione
- Grip
Contro
- Poco confortevole nella zona attorno alla caviglia
- Peso
- L’intaglio longitudinale nella suola tende a far incastrare sassi
Le Adidas Terrex Agravic Ultra sono scarpe progettate per trail impegnativi di montagna dove l’aspetto della protezione del piede è fondamentale. Sono caratterizzate da una piastra in elastomero tecnoplastico (TPE) che percorre tutta la lunghezza della suola. Ciò garantisce grande protezione dalle asperità del terreno e una buona flessibilità della scarpa. Adidas ha avuto anche un occhio di riguardo all’ambiente poiché almeno il 50% del materiale impiegato nella tomaia proviene da fonti riciclate.

Caratteristiche tecniche delle Adidas Terrex Agravic Ultra
- Peso dichiarato (taglia 42): 329 g
- Peso misurato (taglia 44): 339 g
- Drop: 8mm (altezza stack 34 mm / 26 mm)
- Intersuola Lightstrike e Boost con piastra in carbonio
- Suola in gomma Continental sviluppata con la stessa tecnologia impiegata negli pneumatici gravel bike
- Tomaia in open mesh con saldature antiabrasione, riciclata al 50%
- Link al produttore

Modalità di test
Ho utilizzato le Adidas Terrex Agravic Ultra nella misura 44 (peso 61 kg e sono alto 183 cm) per un totale di 200 km e 8000 m di dislivello percorsi quasi totalmente su strade sterrate e sentieri di media montagna, spesso piuttosto sconnessi e rocciosi, con tratti tecnici sia in salita che in discesa.

I percorsi erano quasi interamente asciutti con solo pochi tratti fangosi, temperature da fredde (poco sotto gli zero gradi) a miti (circa 20°C). Ho testato le scarpe anche su un trail con percorso innevato, i tratti più ripidi li ho affrontati con i ramponcini. Le uscite sono state di media lunghezza dai 15 km ai 35 km e dislivelli dai 1500 m ai 2300 m.
La prova sul campo delle Adidas Terrex Agravic Ultra
Comfort e Fit
Ciò che mi ha colpito di più non appena tirate fuori dalla scatola è stata la robustezza di queste scarpe e, tastando le varie parti, la rigidità della parte superiore, in particolare nella zona dei lacci e attorno alla caviglia.
Per indossarle è necessario allargare di molto i lacci, solo così il piede riesce a scivolare all’interno della scarpa senza troppo sforzo. Tirando i lacci si avverte una calzata avvolgente e il piede sta comodo all’interno anche nella parte anteriore dove, spesso, chi ha la pianta larga riscontra problemi su lunghe distanze.
Il comfort è un po’ compromesso dall’elevata rigidezza dei materiali utilizzati nella zona attorno alla caviglia che risulta anche piuttosto alta. Durante i trail più lunghi ho avuto infatti qualche dolore e sfregamento fastidioso nella zona del tendine d’Achille dove queste Terrex Agravic Ultra stringono in maniera eccessiva.
L’ammortizzazione è buona, specialmente dopo qualche decina di chilometri dal primo utilizzo. La zona del tallone è piuttosto ingombrante ma ammortizza bene l’appoggio anche per chi è meno avvezzo a correre appoggiando l’avampiede.

Peso
Non si tratta di scarpe leggere: 339 g per la misura 44 è un bel peso da portarsi appresso. D’altronde, la robustezza di queste scarpe la si deve pur pagare in qualche modo. Comunque, il rocker di queste scarpe garantisce una buona rullata e rende il peso elevato meno impattante sulla corsa.

Struttura delle Adidas Terrex Agravic
Come già accennato si tratta di scarpe molto robuste fatte per durare anche con un utilizzo intenso su sentieri di montagna caratterizzati da elevate sconnessioni e tratti rocciosi.

La parte superiore è realizzata con un materiale riciclato chiamato Primegreen: esso consiste in una mesh dal singolo layer all’apparenza delicata ma in realtà molto resistente. La traspirabilità è ottima grazie alla struttura di tipo mesh, nonostante ciò polvere e piccoli detriti non penetrano facilmente all’interno. L’acqua invece entra molto facilmente ma altrettanto facilmente evapora verso l’esterno.

La punta della scarpa è molto ben rinforzata e protettiva, gli spiacevoli incontri con ostacoli e rocce del percorso si superano indenni e gli urti sono molto attenuati.
La chiusura avviene tramite lacci piuttosto fitti che riescono a dare una calzata avvolgente. La zona in cui sono presenti le forature dei lacci è rinforzata e molto robusta.
La linguetta rimane in posizione anche dopo molte ore di utilizzo e, grazie ad uno spessore maggiorato, garantisce un buon comfort nonostante la pressione generata dai numerosi lacci presenti.

L’intersuola è caratterizzata da uno stack di 26 mm nella parte anteriore e 34 mm nella parte posteriore (i.e. 8 mm drop), valori che sono anche riportati sul lato della scarpa.
L’intersuola è composta da tre layer: quello superiore nel materiale Boost che garantisce morbidezza e comfort, quello intermedio realizzato in uno strato costituito per il 90% di materiali riciclati di tipo TPE (elastomero tecnoplastico) che offre un buon sostentamento del piede anche quando la stanchezza inizia a farsi sentire, infine un layer inferiore realizzato nel materiale Lighstrike che contribuisce anch’esso ad aumentare la stabilità.
Il risultato è quindi una scarpa adatta anche a chi ha problemi di stabilità del piede (i.e. pronatori): questo non è il mio caso ma ho potuto godere dell’elevata stabilità della scarpa in giornate in cui ero particolarmente stanco, dato che in queste situazioni la scarpa aiuta a mantenere il piede ben fermo evitando pericolose torsioni della caviglia quando non si riesce a rispondere in maniera reattiva alle sconnessioni del terreno.
Suola e grip
La suola è marchiata Continental e la sua struttura ha origine dalle coperture per biciclette gravel: essa si compone di alette di altezza pari a 4 mm che hanno lavorato molto bene su tutti i tipi di terreno che ho incontrato, da quelli più secchi e polverosi a quelli più fangosi e umidi.
Anche su neve dura la tenuta è ottima sia in salita che in discesa. Nel caso in cui si utilizzino ramponcini, dato che la zona del tacco è ingombrante, la loro calzata potrebbe risultare un po’ stretta. La scarpa rimane sempre ben salda sul terreno e infonde una grande sicurezza quando si appoggia il piede. Dopo i 200 km di test non ho notato alcun segno evidente di usura precoce nonostante i molti tratti rocciosi e sconnessi percorsi.

L’unico aspetto negativo della suola che ho riscontrato è il profondo intaglio della parte posteriore, che favorisce l’incastro di sassi, per cui più volte ho dovuto fermarmi per toglierli.
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Consiglio le Adidas Terrex Agravic Ultra a chi è alla ricerca di una scarpa da utilizzare per trail medio/lunghi impegnativi in montagna con molti tratti tecnici e rocciosi dove è importante la solidità della scarpa e la protezione che offre. E’ adatta anche a chi ha problemi di stabilità (e.g. pronatori). Poco adatta per trail brevi a ritmi elevati dato il peso importante.

2 risposte
Una scarpa comodissima ma purtroppo come altri modelli di terrexe che ho avuto la suola si taglia di traverso rendendole inutilizzabili
ciao Claudio, ho utilizzato le Terrex per 800km e non ho avuto il problema che hai riscontrato. Solo la normale usura della suola. Le ho trovate anzi molto più robuste di altre scarpe in tutte le sue parti. Hai provato a contattare Adidas per segnalare il problema che hai riscontrato più volte?