Voto Totale
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Peso e ingombro
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Comodità
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Facilità per indossare e aggiustare
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Versatilità
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Qualità dei materiali
Funzionale, leggero e comodo
Un imbrago che da arrampicata e alpinismo che sintetizza l’esperienza di Petzl in termini di funzionalità, peso e qualità dei materiali. Praticamente senza difetti, salvo le taglie un po’ bizzarre.
Pro
- Versatilità
- Buon rapporto tra comfort e ingombro
- Separatori dei portamateriali veramente utili
- Aggiustamento della lunghezza dei cosciali molto pratico
Contro
- Larghezza cosciali non aggiustabile
- Portamateriali dietro non rigidi
Un mese e mezzo fa mi sono fatta un bel regalo: imbrago Sitta di Petzl, la Mercedes Benz degli imbraghi.
Viene descritto come un imbrago buono sia per alpinismo che arrampicata, pensato per gente che va in montagna molto spesso.
Non è il mio caso, decisamente non in questo momento, ma ecco il ragionamento che mi ha spinto all’acquisto.
Il motivo per cui in passato ho sempre avuto imbraghi ingombranti (per capirci, tra ramponi e imbrago riempivo la tasca in basso dello zaino di 50l) è perché, avendo un unico imbrago per tutte le attività, avevo paura del mancato comfort degli imbraghi leggeri.
L’imbrago Petzl Sitta, in teoria e dopo test in negozio, sembrava la buona – anzi, eccellente – via di mezzo.

Ancora qualche parola sulle mie aspettative legate a questo acquisto prima di passare alla pratica. Come avrete capito dalla mia scelta di avere un unico imbrago, arrivo da una cultura di montagna dove l’acquisto di ogni attrezzo dev’essere giustificato da un tot di uscite o un certo livello di difficoltà.
Questo imprinting mi ha portato a non considerare mai l’acquisto di un portamateriali (quei moschettoni grossi per appenderci roba) nonostante essere una maniaca dell’ordine del materiale – cordini a salsicciotto, rinvii lunghi separati da quelli corti, moschettoni a ghiera a D separati da quelli ovali, il mio “ghiera” preferito a portata di mano…
Ecco, anche qui l’ imbrago Petzl Sitta offre una bella via di mezzo: separatori negli anelli portamateriali davanti dell’imbrago.

Così, due settimane e altrettante uscite di arrampicata dopo la quarantena francese, finita l’11 maggio, ho deciso che mi meritavo questo gioiello.
D’allora, l’ho testato solo per fare arrampicata, su una via di 7 tiri, in falesia, e in palestra.
Per quanto riguarda l’utilizzo in palestra o falesia, non ho molto da dire: comodo avere un sacchettino piccolo da portare fin sotto le vie, e sensazione leggera quando s’indossa l’imbrago. Però il vero test è stato la via, dove – un po’ anche per mettere a prova l’imbrago – ho portato il set di nuts e qualche cam.
L’obbiettivo: misurare il rossore della mia pelle a fine giornata e la mia pace mentale per ogni attrezzo dovutamente organizzato sull’imbrago. Il risultato del test comodità: esattamente uguale che col mio vecchio imbrago.
Confesso che ero delusa, ma poi mi sono ricordata che ho avuto lo stesso comfort per un peso e volume d’imbrago molto inferiori.

Per quanto riguarda il separatore degli anelli portamateriali, molto utile! Ho usato le due metà dell’anello come se fossero due anelli separati, mettendo i rinvii davanti ed i moschettoni a ghiera e sostini dietro. In compenso, negativo, gli anelli dietro dell’imbrago non mi sono per niente piaciuti.
Immagino che per ridurre il volume dell’imbrago quando lo si piega, hanno fatto gli anelli dietro in corda, non rigidi. Questo, specialmente trattandosi degli anelli che uno non vede quando arrampica, rende difficile il processo di appendere il materiale.
Se, come me, portate tanti nuts su un unico moschettone che togliete per trovare la buona taglia e poi vi dovete rimettere dietro, trovare l’anellino in stoffa mentre si è appeso alla parete, è fastidioso. Il mio compagno ha saggiamente indicato che questo “difetto” si può superare usando gli anelli porta-materiali dello zaino.

Un elemento molto positivo dell’ imbrago Petzl Sitta a cui avevo fatto poco caso è la stringa per aggiustare la lunghezza dei cosciali dietro (non so come si chiama esattamente, vedete foto qui sotto). I miei vecchi imbraghi avevano tutti questa stringa in un materiale elastico che rendeva difficile aggiustare la lunghezza di ogni cosciale separatamente perché è semplicemente difficile controllare il movimento di due stringhe elastiche dentro un’unica fibbia. In più, col tempo l’elastico si smollava e mi trovavo ad accorciare la stringa tutto il tempo.
Il Sitta invece ha una specie di elastico a molla che finisce in fettuccia rigida ed è questa fettuccia a passare nella fibbia, rendendo molto agevole l’aggiustamento della lunghezza. Inaspettatamente utile e grande punto a favore del comfort dell’imbrago.
Mi manca mettere a prova due teorici punti forti del Sitta: la sua resistenza e durabilità, e la sua praticità come imbrago d’alpinismo. Per il primo, spero che duri qualche anno!
Per il secondo, le caratteristiche che, a mio parere, servono per un buon imbrago da alpinismo sono peso, volume, e facilità per indossarlo in situazioni scomode tipo mani gelate e scarponi o ramponi ai piedi.
In quanto a peso e volume, per me si tratta di un passo gigante in avanti, non ne ho dubbi. In quanto a facilità per indossarlo, ha contro il fatto di non permettere di aggiustare la larghezza dei cosciali, ma a favore quella meravigliosa stringa per aggiustare la loro lunghezza di cui ho parlato prima.


Ultimo commento non sul Sitta ma sugli imbraghi Petzl in generale (gli unici che ho mai avuto). Si tratta del problema “taglia”. Io sono veramente in mezzo e non capisco perché ci sia così poco margine di errore. Con la taglia M che avevo sempre comprato in passato, mi trovavo ad accavallare i due pezzi morbidi della cintura perché dovevo stringere troppo. Invece con la S che ho comprato questa volta, devo quasi tenere il fiato per riuscire a passare la cintura nel secondo anello di sicurezza (il “double back” Petzl).
Per favore Petzl, fate i vostri meravigliosi imbraghi in taglie che possano servire a tutti 🙂
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