Voto Totale
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Protezione dal vento
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Impermeabilità
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Traspirabilità
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Peso e ingombro
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Indossabilità e libertà di movimento
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Design e dettagli
In sintesi
Giacca ideale per lo scialpinismo leggero e veloce, senza eccessive difficoltà alpinistiche poiché non si adatta bene all’utilizzo con un casco o un piumino pesante. Nonostante sia molto compatta e leggera, questa giacca offre un’eccellente protezione dal vento, dalla neve e dalla pioggia, grazie alle sue chiusure elastiche ed al tessuto Dermizax 3L.
Pro
- Leggerezza e compattezza
- Impermeabilità
- Traspirabilità del tessuto
- Facilità della manutenzione
Contro
- Mancanza di versatilità
- Rigidità della cerniera di chiusura
Ho utilizzato la giacca Crazy Boosted in due occasioni per fare scialpinismo, in condizioni con poco vento e senza precipitazioni. Per completare il test, ho lavato la giacca per vedere come resiste al passaggio in lavatrice.
Si tratta di una giacca nel più puro stile Crazy: minima, leggera e compatta, nonostante il suo tessuto impermeabile “3L” (tre strati). Il taglio e le finiture con cuciture termonastrate sono eccellenti e la giacca è molto bella.
La giacca Crazy Boosted Pro 3L in dettaglio
Regolazioni
Per risparmiare peso, il bordo inferiore della giacca e il cappuccio sono privi di cordini elastici per l’aggiustamento (sul sito dice che il cappuccio si regola con cordino elastico, ma non è vero). Invece, hanno un elastico fisso sottile sul bordo che funziona molto bene per chiudere il capo intorno alle anche e alla testa.
Inoltre, la parte elastica del cappuccio è girata verso il basso, creando un bordo sopra il viso che, dalla mia esperienza con un’altra giacca di Crazy, rappresenta un vero vantaggio per la protezione da pioggia e vento. In confronto con quest’altra giacca (la Shark di Crazy), il cappuccio della Boosted Pro 3L rimane meno giusto sulla testa, forse per lasciare spazio per un cappello.


La membrana
Il tessuto Dermizax utilizzato dalla Crazy è una scoperta recente per me. Con la giacca Shark da trail running, anch’essa in Dermizax, ho fatto diverse uscite con pioggia e neve, e ho traspirato, mettendo a dura prova l’impermeabilità e traspirabilità del tessuto.
Con la giacca Boosted Pro 3L non ho ancora avuto l’opportunità di uscire sotto la neve, ma l’ho tenuta addosso apposta in salita sotto il sole per testare la traspirabilità e ho provato a metterla sotto il rubinetto per testare l’idrorepellenza.

Vedendo gli ottimi risultati con entrambe le giacche, ho deciso d’informarmi un po’ sul tessuto.
Dermizax è sul mercato da molti anni e gli articoli che ho trovato online suggeriscono un’evoluzione nel tempo: test e articoli del 2010/2011, dicono che Gore-Tex è nettamente superiore, mentre due articoli del 2017 (i più recenti che ho trovato) danno l’oro a Dermizax.
Negli articoli, l’impressionante traspirabilità e impermeabilità di Dermizax è attribuita al meccanismo tramite il quale questo tessuto sposta i liquidi dall’interno all’esterno. Non usa pori (come, ad esempio, Gore-Tex), ma molecole di poliuretano che legano con l’acqua e “si passano” le microgocce fin che arrivano all’esterno.
Questo meccanismo, in teoria, avrebbe anche il vantaggio di una maggiore durabilità dei capi, visto che non vi sono pori che possono essere ostruiti dalla sporcizia o dai sali contenuti nel sudore. Dopo aver visto la prestazione di Dermizax sulle mie due giacche della Crazy, cercherò sicuramente lo stesso tessuto nel mio prossimo acquisto giacca/guscio.

Una giacca “specialista”
Vi chiederete a cosa mai mi potrebbe servire un terzo guscio oltre alla giacca Shark (per corsa) e alla Boosted Pro 3L (per scialpinismo). La risposta è che la giacca Crazy Boosted Pro 3L, che è pensata appositamente per lo scialpinismo, non è particolarmente versatile per altre attività.
Per poterla usare per alpinismo, ad esempio, si dovrebbe poter indossare un casco sotto il cappuccio, cosa che invece non si può. Anche un piumino pesante è difficile da usare sotto la giacca, e questo servirebbe, per esempio, per salire ad alte quote o arrampicare cascate.
Il motivo per cui non ci stanno un casco o un piumino pesante sotto la giacca Crazy Boosted Pro 3L è esattamente uno dei suoi pregi: quello della leggerezza. Non avendo cordini elastici per regolare la taglia del cappuccio o per chiudere il bordo della giacca intorno alle anche, il fit deve per forza essere preciso per riuscire a proteggere dal vento chi la indossa.

Essendo la Crazy Boosted Pro 3L una giacca veramente minimalista, gli accessori sono pochi e ognuno è importante. Ce ne sono cinque: le tasche, un velcro per regolare il cappuccio, i velcro per chiudere le maniche, le cerniere sotto le ascelle, e la cerniera di chiusura della giacca (la chiamo “accessorio”, ma è in realtà un elemento di base).

Tasche, maniche e cappuccio
Le tasche esterne della giacca sono alte e “invertite” (la cavità si espande dalla cerniera verso i lati del corpo e non verso il centro), in modo tale che l’apertura rimane sopra l’eventuale cintura di un imbrago o uno zaino.
È la mia prima giacca con questo tipo di tasche e inizialmente mi è mancata la possibilità di inserirvi le mani per scaldarle. Ma già alla fine della seconda uscita mi ci ero abituata e trovo veramente pratico poter tirare fuori oggetti vari (occhiali, fazzoletti, etc.) dalla tasca senza slacciare la cintura ventrale dello zaino.
Inoltre, il guscio ha una tasca interna, che può essere pratica per portare il telefono vicino al corpo o – non ci avevo pensato prima! – per l’Artva (sempre che la giacca s’indossi direttamente sopra il primo strato di abbigliamento, con l’Artva legato al corpo).

Il cappuccio da solo ha un ottimo fit e protegge bene il viso e la testa dal vento e dalla neve.
Il collo della giacca sale abbastanza, caratteristica utile quando il tempo è freddo o brutto. Per di più, come avevo già sperimentato con la giacca Shark, tutto rimane al suo posto: il bordo del cappuccio non cade negli occhi, il cappuccio non si toglie col vento, e la visione periferica non viene ostruita ogni volta che si gira la testa.
In termini di adattabilità, il cappuccio si può aggiustare verticalmente tramite una striscia di velcro. Io l’ho trovato completamente inutile, ma forse ho la testa lunga e, quindi, nel mio caso, questo tipo di regolazione serve solo per tirare indietro il cappuccio, come se volessi toglierlo.
Riassumendo, il fit del cappuccio è buono ma non c’è la possibilità di adattarlo e, di conseguenza, di usarlo sopra un casco.

Anche per le maniche c’è una striscia di velcro che permette di chiuderle intorno ai polsi. In questo caso le strisce sono utili e hanno l’ulteriore vantaggio di essere sottili, riducendo le chance che vadano ad attaccarsi a tessuti vari dentro lo zaino (l’ho visto capitare molto spesso con strisce di velcro larghe).

Cerniere
Le cerniere – sia quella di chiusura della giacca, sia quelle di aerazione sotto le braccia – sono la cosa che meno mi è piaciuto della giacca Crazy Boosted Pro 3L. Per il mio gusto, il buco di aerazione che si crea quando le cerniere sotto le braccia sono aperte è troppo piccolo. È un peccato, perché abbinati all’ottima traspirabilità del tessuto e la leggerezza della giacca, due bei buchi sarebbero un vero plus.
Ad esempio, se in salita ci sono tratti con e senza vento, si potrebbe rimanere ben coperti quando c’è vento e freschi quando non c’è, senza doversi spogliare e ricoprire ogni volta. Se non fosse per le dimensioni dell’apertura, queste cerniere sarebbero ottime: sono molto sottili, quasi invisibili (molto belle) e si aprono e chiudono con facilità.

Per parlare della cerniera di chiusura, parto dall’assunto che questa deve soddisfare due requisiti spesso contrapposti (un limite delle tecnologie esistenti): essere impermeabile ed essere maneggevole.
La cerniera della giacca Crazy Boosted Pro 3L soddisfa la prima condizione, ma soddisfa molto meno la seconda. È decisamente difficile da aprire e chiudere con i guanti e pure senza guanti si fa fatica a farla partire o a farla arrivare fino al bordo del collo.


Conclusioni
Concludo parlando dal test lavatrice.
Normalmente non avrei lavato una giacca dopo solo due utilizzi. Ho fatto un’eccezione per due motivi: volevo raccontare il risultato del lavaggio e ho letto che il Dermizax, a differenza del Gore-Tex, non perde le proprie qualità con i lavaggi. In più, non serve un (caro) detersivo speciale.
Come letto, il tessuto è uscito dalla lavatrice con la stessa sensazione al tatto e lo stesso aspetto con cui era entrato: veramente ottimo! Le strisce di velcro, tipico punto debole quando si tratta di lavaggi, sono anch’esse rimaste intatte. Mi sembra, quindi, che questa giacca avrà una lunga vita. Sarò la vecchietta in rosa fluo “retro” negli anni 2040!

La mia seconda e vera conclusione della recensione non c’entra esattamente con la giacca ma più con Dermizax e Crazy ed il loro lato “green”.
Dermizax, essendo composto al 100% di poliuretano (PU), è riciclabile. Non è detto che tutti i centri di riciclaggio accettino il PU, ma il potenziale c’è, cosa che non è scontata per un tessuto tecnico.
Inoltre, Crazy usa il marketing green in una maniera che mi sembra veramente onesta. Ad esempio, le due giacche che ho avuto da loro mi sono arrivate avvolte in carta riciclata (con uno sticker che riferiva questo fatto, ovviamente…) e la giacca Boosted Pro 3L è accompagnata da un’etichetta descrittiva biodegradabile che contiene semi, che si può piantare (tutta l’etichetta). Cosa nascerà? Ve lo racconterò in primavera!
So bene che sono strategie di marketing, ma intanto hanno un effetto positivo sull’ecosistema. Quindi, visto che non tutti i brand fanno questo tipo di sforzi, mi sembra più che valido applaudirli.
