Voto Totale
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Facilità di impiego
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Sistema di aggancio al corpo
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Peso e dimensioni
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Materiali e software
In sintesi
Un apparecchio che fa della compattezza e del peso ridotto i sui punti di forza. Intelligente e pratico il sistema di fissaggio al corpo.
Pro
- Dimensioni contenute
- Sistema di aggancio con possibilità di inserire l’artva in tasca
- Interfaccia intuitiva e comandi semplici da usare
Contro
- Custodia (opzionale) per indosso sul torace venduta a parte
- Ritorno in trasmissione senza controllo di inattività (solo timer)
Introduzione
Diciamocelo chiaramente: se non esistesse il rischio slavine lo scialpinismo sarebbe lo sport più bello del mondo (e forse lo è anche così!). Purtroppo però la neve va presa con le giuste precauzioni, per cui da un apparecchio ARTVA (Apparecchio di Ricerca Travolti in Valanga) si richiedono prestazioni e affidabilità, senza se e senza ma.

Diciamo che dal punto di vista strettamente tecnico, tutti gli apparecchi seguono dei protocolli molto precisi e quindi le prestazioni (raggio di ricerca, precisione) sono ormai molto allineate, almeno per gli apparecchi che non sono destinati ai professionisti del soccorso.
Quindi a far la differenza per un “normale” appassionato di scialpinismo come il sottoscritto, non sono tanto le prestazioni tecniche in senso stretto, quanto altri aspetti secondari come l’usabilità, il peso e l’ergonomia dell’apparecchio. Aspetti secondari, ma importanti.
Arva Evo 5 in dettaglio

Dimensioni e peso
Partiamo da qualche numero. L’Arva Evo 5 e un dispositivo digitale a 3 antenne che lavora sulla frequenza di 457 kHz (condivisa con tutti i dispositivi di questo tipo, anche di altre marche). Il raggio massimo dichiarato di ricerca è di 50 metri.
La batteria è una singola pila AA, inserita in uno sportellino che è apribile senza cacciaviti o monetine.
Le dimensioni e il peso sono le prime cose che colpiscono dell’Arva Evo 5. Abituato al precedente apparecchio che possedevo (l’Evo 3, sempre di Arva) la differenza di ingombro è davvero notevole.

Il peso dell’Arva Evo 5 è di 165 gr (con batteria) e le dimensioni sono 109x70x17 mm. E’ decisamente più piccolo di artva come il Pieps Micro BT, l’Ortovox Zoom e il Mammut Barryvox.
Solo il Pieps pesa 10 grammi in meno, ma l’Evo 5 può contare su un ingombro (in cm cubi) del 20% inferiore.

Le dimensioni compatte, di poco superiori (in spessore) a quelle di uno smartphone, consentono di riporre comodamente l’apparecchio in una tasca dei pantaloni o del pile.

Modalità di indosso

Ed è proprio la tasca la modalità di indosso principale: una cintura fissata in vita e dotata di un robusto cordino elastico collegato all’artva.
All’inizio questo sistema di collegamento mi ha lasciato un po’ perplesso, abituato com’ero al tradizionale fissaggio dell’artva in vita. Però dopo il primo utilizzo mi ha stupito per la sua comodità.

Messo in tasca l’apparecchio non disturba minimamente ed è molto comodo da estrarre e da manovrare per le attività di test che si fanno prima della partenza, evitando di “ravanare” sotto giacche e gusci.
Per gli affezionati dell’indosso sul busto esiste comunque una custodia apposita (disponibile qui), purtroppo opzionale e venduta a parte al prezzo di circa 25 €.

Modalità di utilizzo
Venendo alle modalità di utilizzo, i comandi sono tutti molto intuitivi e – nonostante le dimensioni ridotte – ben azionabili anche con i guanti.

Il passaggio tra le tre modalità (spento / trasmissione / ricezione) avviene muovendo il selettore rosso sulla destra e premendo contemporaneamente il pulsante di sblocco. Questo evita spostamenti accidentali tra una modalità e l’altra.

Una volta accesso l’Arva Evo 5 procede con la verifica della batteria e con l’opzione di controllo di gruppo. Quest’ultimo da fare sempre per verificare l’efficienza e la corretta attivazione dei vari apparecchi dei partecipanti alla gita.
Il test dell’Arva Evo 5
In occasione di un paio di test ho potuto verificare come l’Arva Evo 5 in modalità ricerca sia in grado di captare il segnale dell’altro artva già tra i 40 e i 50 metri.
Prima di agganciare il segnale compare un simbolo di “zig zag” che invita – come da prassi – a muoversi lungo il fronte della valanga disegnando una greca.
Una volta agganciato il segnale, sul display compare l’indicatore di direzione e di distanza dal soggetto sepolto. Il dispositivo segnala anche la presenza di più sepolti.

Arrivati a tre metri di distanza dal soggetto sepolto, il display non segnala più la direzione ma si commuta nella ricerca “di prossimità”, come da protocolli standard.
Una volta individuato e “sondato” il primo sepolto, lo si può “marcare” così da procedere con la ricerca dei successivi. Il tutto avviene sempre in modo molto intuitivo.
Una funzione molto utile è il ripristino in automatico della modalità trasmissione tramite timer. Cosa indispensabile nel caso in cui si stacchi una seconda slavina che travolge il soccorritore con l’apparecchio in modalità ricerca.
Dopo un periodo di 8 minuti, l’ Artva Evo 5 emette un suono e chiede di confermare se rimanere o meno nella modalità ricerca. Se non si conferma, l’Arva Evo 5 passa in automatico in modalità trasmissione.
Sul sito di Arva c’è scritto che il ripristino della modalità trasmissione avviene anche in caso di inattività (“by motion detector after a certain amount of time where the device has not moved”). In realtà ciò non avviene, c’è solo il timer di 8 minuti. Al di là dell’imprecisione riportata sul sito, sarebbe stato utile a mio avviso prevedere anche questa funzione.
Conclusioni
In quanto a prestazioni di ricerca, l’’Arva Evo 5 si comporta in modo simile ad altri artva di varie marche, provati da me e da miei amici. Su questo c’è una convergenza tecnica molto forte, come è auspicabile – e anche ovvio – che sia.
L’ergonomia e l’interfaccia di utilizzo sono ottimi. E’ un apparecchio che risulta sempre facile da usare, anche in occasioni di stress molto forte rappresentati dalla necessità di salvare qualcuno da sotto una slavina. Ma anche qui l’Evo 5 è allineato a molti suoi concorrenti.

Invece, il vero punto di forza dell’Arva Evo 5 è a mio avviso rappresentato dalle sue dimensioni davvero compatte e quindi dalla possibilità di infilarlo in tasca (giacca o pantalone).
Questo rappresenta una grande comodità quando si fanno i test o nel malaugurato caso in cui lo si debba usare per un’emergenza. Il tutto in completa sicurezza, grazie all’intelligente meccanismo di aggancio al corpo.
Acquista OnlineAVVERTENZA: per chi si avventura fuoripista è fondamentale saper usare correttamente il kit ARTVA. Qui una utile guida introduttiva sul comportamento da tenersi in fuoripista. E’ consigliabile comunque una formazione a cura delle Guide Alpine.
2 risposte
Uso l’Evo 5 da quando è uscito, sostanzialmente, e le mie considerazioni sono le seguenti:
-è molto parco nell’uso della batteria (conclusa la stagione al 50% circa di carica residua)
-non teme freddo né umidità
-non mi è mai capitato di dimenticare di collegare il moschettoncino alla cintura
-esiste la “fondina” ventrale, acquistabile a parte, per i “nostalgici”
-il tempo di ritorno alla trasmissione è effettivamente di 8 minuti, circa il quadruplo rispetto ad altri dispositivi. Tuttavia, credo che la probabilità di avere bisogno di tale funzione sia talmente remota da rendere del tutto accettabile il rischio.
Grazie Luca, per la tua recensione!