Come scegliere la piccozza

guida alla scelta della piccozza da alpinismo

Essendo uno dei materiali più importanti dell’attrezzatura alpinistica, scegliere la piccozza è oggi un affare complesso.

Se foste entrati in un negozio dedicato agli sport di montagna negli anni ’60 e avreste chiesto al commesso consigli su come scegliere la piccozza, vi avrebbe guardato un po’ di traverso. Il motivo? Facile, c’era un modello e andava bene per tutto (o comunque bisognava farselo andar bene).

L’alpinismo, per fortuna, si è evoluto esponenzialmente e la ricerca tecnica costante ha consentito di sviluppare prodotti sempre più performanti che però hanno sacrificato la versatilità in favore di una sempre maggiore specializzazione. Il mercato delle piccozze tecniche rappresenta bene questa realtà.

come scegliere la piccozza

La costruzione delle piccozze

Le piccozze si differenziano sulla base di molteplici fattori (lunghezza, presenza di accessori) ma fondamentalmente sono costituite da tre parti principali: testa, manico e puntale. Questi componenti possono essere un tutt’uno (monoblocco) o prevedere un montaggio di tipo modulare, il quale consente di poter cambiare i singoli pezzi.

Le tre parti si differenziano per forma (più o meno incurvata) e funzionalità.

Testa

Comprende la lama, chiamata comunemente “becca” e, solitamente (salvo le piccozze dedicate al dry tooling e all’ice climbing), un accessorio come la paletta o in alternativa il martello. Come vedremo tra poco le diverse becche distinguono le varie tipologie di piccozza.

Manico

Può essere sia dritto (per alpinismo classico) o presentare una curvatura (per alpinismo tecnico) che diventerà sempre maggiore avvicinandosi all’utilizzo sull’ice climbing.

La lunghezza è variabile: le piccozze tecniche sono tendenzialmente più corte (la lunghezza di 50cm è la più diffusa) mentre le picche classiche possono invece avere manici più lunghi e spesso uno stesso modello viene realizzato con diverse lunghezze di manico per consentire all’utente la scelta più appropriata sulla base della propria statura.

Puntale

È la parte finale del manico e ha la funzione di facilitare la penetrazione della picca nella neve o nel ghiaccio, consentendo una progressione più stabile. Solitamente nelle picche tecniche il puntale non è presente o è solo accennato, in quanto sono utilizzate principalmente per il terreno verticale.

Un po’ di normativa

Dal punto di vista normativo (EN13089) si distinguono principalmente le piccozze in due categorie:

  • tipo 1: identificate dalla lettera “B” e destinate all’uso nella neve e/o ghiaccio
  • tipo 2: solitamente marchiate con la lettera “T” e destinate all’uso su roccia, neve e/o ghiaccio

Ciò che cambia tra le due tipologie è la resistenza del manico durante la trazione, ad esempio nell’uso come corpo morto. Qualora questo sia posizionato orizzontalmente rispetto al pendio e sepolto nella neve con una fettuccia al suo centro, è previsto che resista ad un peso massimo pari 250 kg sia che la piccozza sia di tipo 1 che di tipo 2.

Quando invece la piccozza viene posizionata verticalmente, affondando il più possibile il manico nella neve per far sporgere la testa (classica situazione di ancoraggio in progressione), le piccozze di tipo 1 sono certificate per una resistenza pari a 250 kg mentre le tipo 2 per un carico massimo di 400 kg. Va ovviamente sottolineato come la tenuta di un ancoraggio sul campo dipende anche da altri fattori, come ad esempio la bontà del seppellimento e la consistenza del manto nevoso.

piccozze tecniche per cascata

Classificazione delle piccozze

In questa breve guida su come scegliere la piccozza riteniamo opportuno soffermarci sulle tipologie e relative destinazioni d’uso, affinché ci si avvicini all’alpinismo scegliendo consapevolmente la propria piccozza sulla base delle attività che si andrà a svolgere.

Precisiamo che alcune piccozze possono considerarsi polivalenti: infatti sebbene la casa produttrice le classifichi come destinate ad esempio all’alpinismo tecnico (ad esempio Petzl Quark o Cassin X-All Mountain) queste possono essere impiegate anche in arrampicata su ghiaccio su itinerari non estremi. Sui rispettivi siti internet i marchi propongono solitamente una vera “guida all’acquisto” dove indicano le destinazioni d’uso.

Piccozze da scialpinismo

Si tratta di piccozze leggere e performanti, che garantiscono una prensilità molto confortevole e buone qualità di ancoraggio.

Solitamente costruite in alluminio per contenere il peso, presentano una lunghezza contenuta e un manico leggermente incurvato. La loro funzione principale riguarda la possibilità di effettuare l’autoarresto nonché la progressione sicura lungo pendii con pendenze sostenute sci in spalla.

Non indicate per le traversate su ghiacciaio vista la lunghezza ridotta né per il ghiaccio puro data la leggerezza e i materiali impiegati. Il manico in alluminio solitamente non ha le caratteristiche di resistenza tali da poter essere utilizzato come “corpo morto” per l’autosoccorso.

Piccozze d’alpinismo classico

Forse le più polivalenti per un utilizzo su itinerari alpinistici facili. Si tratta di modelli versatili, studiati appositamente per adattarsi a percorsi di media difficoltà come traversate su ghiacciaio e terreni dalla pendenza contenuta.

Tali piccozze sono sviluppate con ottime doti di ancoraggio e devono avere una lunghezza tale da poter essere utilizzate come appoggio durante la progressione. La becca presenta una curvatura verso il basso non molto accentuata mentre la dentatura è tale da consentire sia la penetrazione per ancoraggio che la gradinatura. Solitamente hanno il manico dritto o leggermente incurvato.

come scegliere la piccozza per alpinismo

Piccozze d’alpinismo tecnico

Fanno della modularità il loro punto di forza. Sono modelli studiati appositamente per percorsi maggiormente impegnativi in cui la pendenza inizia ad essere sostenuta e la progressione avviene su terreni di neve, ghiaccio e misto come canaloni, goulotte, pareti nord.

Presentano un manico dalla curvatura più pronunciata al fine di consentire una più efficace penetrazione pur garantendo il giusto supporto nella progressione. Data la loro polivalenza sono studiate per essere ergonomiche e maneggevoli con un’alta capacità di ancoraggio su ghiaccio.

Solitamente sono altamente personalizzabili grazie alla possibilità di sostituire la lama e l’attrezzo posto a corredo della stessa (martello o paletta) in modo da poterle configurare sulla base della gita pianificata. Nei modelli più recenti è possibile è possibile spostare i punti dell’impugnatura lungo l’asse del manico a seconda che si stia camminando su un pendio innevato o arrampicando sul ghiaccio.

La becca presenta una curvatura verso il basso molto accentuata proprio per consentire di scalare anche pendii molto ripidi e di realizzare ancoraggi molto efficaci.

consigli su come scegliere la piccozza

Piccozze per cascate di ghiaccio e dry tooling

Sono le piccozze più specifiche e, di conseguenza, le meno polivalenti. Destinate esclusivamente all’arrampicata presentano una becca dalla curvatura molto pronunciata studiata appositamente per lavorare al meglio nella penetrazione sul ghiaccio con il minimo sforzo fisico.

Le becche, oltre ad avere in alcuni casi anche una dentatura nella parte superiore, utile per vie di misto-dry tooling, possono presentare spessori differenti. Quelle più sottili e molto affilate vengono principalmente, utilizzate nell’arrampicata su ghiaccio mentre quelle dallo spessore maggiore adottano un profilo decisamente più ad uncino e vengono impiegate in dry tooling o nelle competizioni.

Il manico è dotato di un’impugnatura ergonomica che favorisce la stabilità e la trazione durante la progressione verticale. Non è presente il puntale o in alcune versioni è solo accennato dato l’utilizzo in contesti verticali.

Le versioni maggiormente performanti possono avere il corpo principale costruito in carbonio, apprezzato da chi pratica dry-tooling.

come scegliere le piccozze per cascate di ghiaccio

Accessori delle piccozze

I due accessori principali, paletta e martello, sono presenti sulla testa. Questa può essere costituita da un blocco unico fissato al manico, da un monoblocco modulare (becca e paletta solidali in un unico blocco staccabile dal manico) o da due blocchi distinti (becca intercambiabile, paletta intercambiabile).

  • Paletta: ha la funzione di intagliare i gradini nel ghiaccio o scavare punti di sosta nella neve. Durante l’arrampicata su ghiaccio vengono solitamente utilizzate combinate, ossia una piccozza dotata di paletta ed una dotata di martello.
  • Martello: serve piantare o ribattere i chiodi ed è quindi ad uso esclusivo di vie alpine e arrampicata su ghiaccio.
  • Longe: è la fettuccia che consente di non perdere la piccozza mentre arrampichiamo.È. concepita unicamente come longe di trasporto e non di sicurezza, pertanto non è studiata per resistere ad elevati carichi di rottura. Viene denominata dragonne quando è legata tramite la fettuccia al polso oppure longe qualora venga agganciata all’imbrago e presenti caratteristiche di elasticità all’imbrago.
  • Dragonne: si tratta di un laccio che aiuta nell’impugnatura della picca che va a chiudersi sul polso. Per le piccozze classiche la funzione della dragonne è analoga a quella della longe, ossia evitare che l’alpinista perda la picca. Nelle piccozze tecniche la dragonne facilita il movimento di braccio e polso nella fase in cui si picchia la piccozza nella parete ghiacciata e può consentire di scaricare parte del peso quando si è appesi.
Piccozze da alpinismo

Prezzo

Il prezzo può variare notevolmente a seconda della tipologia, dei materiali impiegati e dell’uso per cui sono state progettate.

Una piccozza destinata all’utilizzo sul verticale, vista la progettazione meticolosa degli equilibri e l’utilizzo di becche estremamente performanti, può costare anche il triplo di una piccozza concepita per l’alpinismo classico. E pensate che per l’ice climbing ne servono due!

Tuttavia una suddivisione è possibile basandosi sulle categorie che abbiamo delineato sopra. Precisiamo che il range dei prezzi indicati si basa su una selezione di prodotti che riteniamo validi in considerazione della nostra esperienza personale, prendendo come riferimento l’importo indicato dalla casa produttrice. Spendere meno è possibile valutando alcune offerte, ma scegliere la piccozza sulla base di importi inferiori rispetto a quanto indicato aumenta il rischio di incappare in un prodotto non adeguato sotto il profilo delle prestazioni e/o della durata.

  • Da scialpinismo: da 85 € a 150 €
  • Per alpinismo classico: da 85 € a 190 €
  • Per alpinismo tecnico: da 170 € a 240 €
  • Specifiche per cascate di ghiaccio e dry tooling: da 220 € a 300 €
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